domenica 27 gennaio 2013

UN DOCUMENTO DEL 1463

Torre quadrata del castello di Ceglie Messapica
Desidero presentare un documento del 1463 pubblicato dalla Prof.sa Carmela Massaro in un suo studio, di cui già mi interessai precedentemente.
“L‘età aragonese costituì per tutte le università meridionali una fase intensa di relazioni con la corona di cui nei capitoli sono rimaste tracce documentarie interessanti, delle quali dipendono largamente la nostra possibilità di conoscenza dell‘universo comunitario prima dell‘età moderna. In Puglia nel periodo di forte discontinuità politica che dopo la morte di Giovanni Antonio del Balzo Orsini – principale alleato di Giovanni d‘Angiò centro Ferrante d‘Aragona nella guerra di successione sul trono napoletano – portò alla disgregazione del dominio orsiniano e dell‘incameramento regio del Principato di Taranto, le piccole comunità colsero l‘occasione di visibilità istituzionale e furono protagoniste di una vivace produzione capitolare. Nei giorni immediatamente successivi alla morte del principe, tra il 17 novembre ed il 3 gennaio 1464, i rappresentanti di molte comunità e molti piccoli  feudatari andarono incontro al sovrano che percorreva le terre del principato per prenderne possesso, prestandogli omaggio e presentando i propri capitoli di dedizione. E il re, desideroso di garantirsi stabilità e consenso, accolse e assecondò le loro istanze, mostrando grande magnanimità nell’accordare privilegi ed esenzioni. Nella nuova cornice politica, alleggerita dalla forte pressione fiscale del governo del principe, le comunità trovarono i presupposti per una più incisiva crescita in un’economia più integrata su scala internazionale. (…) Anche l’università cegliese intuì che la morte del principe non sarebbe stata senza conseguenze e che il possesso di Anna Colonna non era da considerarsi scontato. Gli uomini di Ceglie, schiavi e divoti vassalli di essa maiestà, come essi si autodefinirono, chiesero conferma, pur senza elencarli, dei privilegi concessi in passato da Carlo III d’Angiò, Ladislao di Durazzo, Giovanna II, Alfonso d’Aragona, dal principe Giovanni Antonio Orsini e dalla principessa Colonna; invocarono l’esenzione dal focatico per cinque anni e la riduzione delle imposte, poiché la città, a loro dire, era disabbitata, vetustata e ruinata. Ma non chiesero la demanialità; insistettero, invece, perché Anna Colonna rimanesse como per lo passato loro utilis domina, esaltandone il buongoverno….La richiesta più importante contenuta nei capitoli, che conferma ancora una volta il forte ruolo dell’incolto e degli usi collettivi nella vita economica della comunità, fu quella di usufruire liberamente del pascolo e delle acque anche nei territori di Ostuni, Taranto, Monopoli e Brindisi, privilegio che essi vantarono di godere ab antiquo, e pure nei territori di Carovigno e di Oria e, in quest’ultima, che aveva chiesto libero pascolo e libero commercio in ogni centro, anche l’esenzione dal plateatico. La risposta del sovrano fu temporeggiatrice: i funzionari regi avrebbero svolto i dovuti accertamenti e solo nel caso in cui le loro affermazioni fossero risultate veritiere egli avrebbe concesso il suo assenso. Molto probabilmente la concessione non fu ottenuta, poiché sia nel 1465 e sia nel settembre 1468 alcuni abitanti di Ceglie risultano pagare la fida al baiulo di Ostuni”. (C. Massaro) .

stemma del Principe Giovanni Antonio Orsini del Balzo
«FERDINANDUS dei gratia Rex siciliae Hyerusalem et Ungariae universis et singulis praesentiums seriem juspecturis, tam praesentibus, quam futuris, quae ad nobis benigne subditis nostri concesa sunt, ea liberaliter quidem confirmamus, illisquae confirmationis nostrae robur adycimus, et confirmamus benignitas maiora apparent ex ipsis nostris subditis ad validanda eorum Jura confirmationis authoritas adiungatur, et ratificationis non desit praesidiosa cautela; sane pro parte Universitatis et hominum Terrae Cilii de Galdo provinciae Terrae Hydronti fuerunt Maiestati nostrae oblata capitula et suplicationes cum Decretationibus in pede uniusquiusque demandato nostro apposita, quae sunt tenoris et continentiae subsequentis:
Grazie e dimande petite e ricercate alli piedi della Serenissima Maiestà del Signor Re Ferdinando, il quale Dio conservi, per  li uomini et Università della Terra di Geglie della Gualda, della Provincia di Terra di Otranto schiavi, sudditi e divoti vassalli di essa Maiestà.
In primis, essa Università pete e domanda li siano confirmati tutte concessioni e privileggi cioè Re Carlo Terzo, Re Ladislao, la Regina Joanna Seconda; per la benedetta memoria del Re Alfonso, vostro Padre, dello Principe Raimondo, dell’anima benedetta di Monsignore lo Principe Joanne Antonio Principe di Taranto e per la principessa sua Consorte, le quale franchizie, immunità ed esenzioni sempre secondo il tenor delli detti privileggi avemo goduto e della franchezza della Domenica si è osservata per consuetudine in la detta Terra di Ceglie. PLACET Reg. Majestati, si et prout in eorum possessione hactenus fuerunt ut ad presens persistunt.
Item,  petono li detti uomini et Università ch’essendo stati vassalli et in governo dati per la benedetta memoria dello Principe di Taranto prossimo passato alla Principessa sua consorte, la quale ne ha governato come vassalli per anni trenta cinque e più, si debba degnar Vostra Maiestà per misericordia e grazia lasciarne in suo governo, che come per lo passato ne stata utilis Domina, cossi ancora sia per l’avvenir con grazia e fedeltà della Maiestà Vostra. Reggia Maiestas taliter providebit quod tamen ipsa Universitas dicta Ill.ma Principissa monito poterunt contentari.Item, porché la detta Terra di Ceglie secondo appare in quella altre volte era, ed è dissabitata, e resta vetustata, ruinanta, quelli poveri cittadini ci sono rimasti, bisogna aver ricorso alla benigna Maiestà Vostra li concediate per grazia franchizia et immunità de
collette generali, focolari ed altri pagamenti, ne toccasse di pagare per anni cinque continui, incominciando dal presente anno della Duodecima Indizione. PLACET Reggia Maiestati.
Item,  petono li detti cittadini, ch’essendo fatta loro la grazia per la benedetta memoria del Re Alfonso vostro padre e ridottoli le collette generali a raggione di docati quindeci la colletta, si degnò al presente la Maiestà Vostra seguendo le grazie solite e consuete redurle a docati dieci per ciascheduna colletta. Reggia Maiestatis presens non potest concedere.
Item, petono li detti cittadini, che avendo essi communità ab antiquo, in cuius contrarium  homine memoria non existit colla città di Taranto, di Monopoli, di Brindesi e di Ostuni, cioè di non affidare, ma possersi usare li loro Territorij e pascui, tanto in erba quanto in acqua e ghianda con loro animali, cioè grossi e minuti senza alcuno pagamento di fida, al presente degni la Maiestà Vostra farceli confirmare et ancora affrancarceli di quello che vendessero et accattassero nelle dette Città de Jure plateatico aut alio jure quocumque tangente Curiam aut Universitas praedictas. PLACET Reggiae Maiestati, si et prout in eorum possessione fuerunt hactenus et ad praesens existunt.
Osteria dei Santi: affresco che riproduce l'antica chiesa matrice di Ceglie
Item petono li detti uomini et Università che si degni essa Maiestà far franchi, liberi et esenti li uomini di Ceglie nel territorio della Città di Oria di affida di loro animali et ancora di piazza, quando comprassero e vendessero, avendo pure risposto che  li detti cittadini ne son stati in possessione, come Terre, che in lo spirituale e Diocesana dello Archivio Episcopale di Oria ed altri diocesani coaderenti, al presente ne son franchi di affida de di loro animali grossi e minuti tanto in erbaggio, quanto in la ghjianda nella vostra Terra di Carovigna; idemque quo supra.
Item, petono li detti cittadini ed Università di Ceglie si degni fargli grazia essa Maiestà, che per nullo tempo debba venire algorino o altro officiale molestarli per qualunque modo et occasione si sia, ma lo Capitanio sarà nella Terra di Ceglie debba castigare e punire e conoscere intra la detta Terra di Ceglie e non da fuora delli delitti se commettessero criminali o civili, e cossi delle pene pecuniarie o altre petizioni meritamente accadesse da punire, e che nullo di essi cittadini sia costretto di andare a guardia di castellani, ut Deus: conservervet eandem Maiestatem in statu prospero felici, atque optato per tempora lungiora. Placet regie maiestati.
Expedia fuerunt dicta capitula in castello civitatis Neritoni die decimo decembris MCCCCLXIII. Rex FERDINANDUS.
Dominus Rex mandavit michi ANTONELLO DE PETRUCIIS
EGIDIUS SEBASTIANUS prop. P. D. GARLON
» dg
torre circolare del castello di Ceglie Messapica

 

2 commenti:

Giacomo ha detto...

Come sempre interessante, rilancio sul blog dei cegliesi nel mondo con sincera ammirazione. Giacomo

dg ha detto...

Gazie caro Giacomo. Un caro saluto dall'India.
dg