sabato 29 settembre 2012

CIRCUMSCRIPTIO PHEUDI TERRAE CELIARUM DEL GALDO (1)

 
 
Desidero portare a conoscenza un documento del 1760, conservato nell'Archivio di Stato di Brindisi nel Fondo Notarile di Torchiarolo [Atto Notar Pasquale VETTALDI]. Il documento è stato già pubblicato una quindicina d'anni fa.
Da esso si evince che in quell'anno il Duca di Ceglie, Annibale Sisto y Britto, iniziò una trattiva con il Principe di Leporano, Nicolò Sergio Muscettola, per vendergli il Feudo di Ceglie. Per tale ragione, l'acquirente volle sapere con esattezza quanto fosse l'estensione del territorio cegliese prima di concludere l'affare. Venne istituita una commissione ad hoc, con l'obbligo di verificare il limite del feudo e misurarne con esattezza l'ampiezza; a tale scopo furono scelti: Giovanni Meo della Terra di Pulsano, "Reggius ad Contractus Judex Notarius", i "Testes": Giovanni Frusi e Donato De Milito della Terra di Leporano, e Saverio D'Elia della Città di Taranto, tutti: "viri quidem licterati, vocati, atque rogati". Il Duca fu rappresentato dal Magnifico Niccolò Principalli "Aggebre Generale e Procuratore" ed il Principe da Don Francesco Lopresto. A questi si aggiunsero i "Reggi Compassatori": il Magnifico Francesco Pichierri della Terra di San Giorgio ed il Magnifico Tommaso Panariti, della Terra di Roccaforzata, "con l'intervento di due esperti uomini probbi e vecchi della sudetta Terra di Ceglie, cioè Pietro Onofrio Ciciriello e Tommaso Fedele". Furono stabiliti i criteri che si dovevano seguire per determinare l'esatta misurazione del confine ed individuare i segni antichi che si potessero trovare: "ed esprimendo parimente i Feudi confinanti ed i possessori de' beni che confinano con detto Feudo. Ed in vigore di tal'espressione li suddetti due Compassatori dovessero misurare la distanza da luogo a luogo, con descrizione nelle linee li segni e notare le distanze". La commissione si diede appuntamento al "vado del lepre":
"che forma publica strada carozzabile che da Francavilla si va ad Ostuni, situato detto luogo al vento di levante di detta Terra di Ceglie, distante dalla medesima miglia cinque napoletane di linea piana; quivi tra il mezo di due muri diruti a crudo s'è ritrovato il vado sudetto, che forma la detta strada, che conduce da Francavilla ad Ostuni; ed esso Magnifico Principalli ha voluta che dall'esperti sudetti si riconoscesse, se quello fusse termine del Feudo di Ceglie da quella parte, e come infatti in nostra presenza essi de Fedele e Nitto facendo in detto luogo le più serie riflessioni, per la di loro espertezza, hanno dichiarato, come dichiarano e confessano, che da detto luogo deve cominciarsi il camino e circoscrizione del Feudo, come è nella situazione di trovarsi la sua confine attaccata a più Feudi, cioè al Feudo di Francavilla ed a quello di San Vito de' Schiavi. In confirma di che, li medesimi esperti ci han fatto vedere un titolo, o sia Fineta o Termine di pietra detta CARPARO piantata in terra dentro una macchia di restinco, o sia frasca, che s'eleva sopra la terra in palmi sei d'altezza, larga palmo uno e tre quarti dalle facce di levante e ponente, e grossa palmo uno  e tre quarti dalla faccia di tramontana e gerocco. Segnata con la lettera F dalla parte di ponente.
Foto di Michele Miccoli
Qual fineta han dichiarato, come dichiarano e confessano tanto esso Magnifico Principalli, quanto li sudetti esperti, essere il principio della confine del Feudo sudetto per il detto vento di levante di detta Terra di Ceglie, che mai è stato da veruno contrastata, sapendolo di certa esperienza, e perché così l'han sempre inteso dire dalli loro antenati e dalli più vecchi della Terra sudetta. Per effetto di che, da detto Magnifico Principalli Procuratore, ut supra, stando presente esso Magnifico Lopresto da parte del Signor Principe di Leporano ha fatto, conforme fa, l'assignazione del principio della circoscrizione e confinazione predetta dal detto prescritto luogo, contrassegnando una linea verso tramontana per un parete murato a crudo, lasciandosi la fineta sudetta alle spalle dalla parte di gerocco, col continuarsi il camino verso tramontana per il sudetto parete assegnato divisorio tra il Feudo di Ceglie, e beni demaniali della Madonna della Grotta del Reverendo Capitolo da ponente, ed il Feudo di San Vito delli Schiavi e beni del Signor Tomaso Salerno di Francavilla da levante. E nell'atto che li sudetti Pichierri e Panariti, Compassatori, s'accingevano a far la misura del detto confine assegnato, sono comparsi avanti di noi li Magnifici Dottori Don Angelo Vitale e Don Dioniggio Greco, in compagnia di Angelo Roma e Pietro Onofrio Ciciriello, tutti della Terra di Ceglie, facendoci istanza, che per li gravi interessi che la Magnifica Università di detta Terra deve avere in detta confinazione e descrizione di Feudo, non solo per riguardo alle contribuzioni che esigge di collette, gabelle ed onciarj; ma anche per la servitù che possiede ciascun Cittadino in particolare sopra li terreni demaniali, di pascere, legnare e raccogliere ghiande e fragne, deve predetta Università rimanere intesa di quanto accade in detta confinazione e descrizione, affinché non rimanessero né Ella né li sui Cittadini in minima cosa pregiudicati". La richiesta venne accolta benevolmente ed il gruppo si associò alla Commissione per delimitare il confine del feudo cegliese.

(continua...) dg
 
Foto di Michele Miccoli
 
 
********
Il punto prescelto [il Vado del Lepre] sarebbe l'attuale confine tra il territorio di Ceglie, quello di Francavilla Fontana e quello di San Michele Salentino, tra le contrade di Madonna Piccola (Ceglie), Laceduzza (San Michele Salentino.) Pozzo Pallone (Francavilla Fontana).