«La sua perifericità, unita alla geografia del luogo, non attirava nel suo territorio la penetrazione fondiaria né degli ostunesi, interessati piuttosto a estendere l'olivicoltura verso l'area costiera, né dei francavillesi i quali avevano ampi possedimenti nel territorio oritano. Questa situazione se da una parte rallentava le trasformazioni agrarie (l'olivicoltura faticherà a imporsi e, ancora negli anni Trenta del Cinquecento, nei capitoli relativi ai "danni dati" il riferimento è ai terreni cerealicoli, ai vigneti e più genericamente alle possessioni) dall'altra sottraeva il centro alle mire egemoniche delle civitates di Ostuni e di Oria, ambedue desiderose di costruirsi o conservare un distretto: Ostuni su Villanova, Oria sui tre centri di Torre S. Susanna, Avetrana e la stessa Francavilla. Le università di Avetrana e Francavilla, su iniziativa dei loro feudatari, avevano ottenuto nel secondo decennio del Quattrocento (la prima nel 1412, la seconda nel 1418) la separazione nelle funzioni fiscali e giurisdizionali da Oria, ma nel momento di forte discontinuità seguito alla morte dell'Orsini e alla disgregazione del principato, quest'ultima puntava a recuperarle. Francavilla, con un profilo economico e sociale più vivave, si oppose con forza e nei capitoli del dicembre del 1463 i cives chiesero in prima istanza di essere "exempti et immuni seu liberi de la subyectione et servitute de Oria". Le fonti non consentono di leggere la stratificazione sociale interna alla comunità; sicuramente quella cegliese non sarà stata una collettività coesa ed egualitaria ma non presenta, come alcune comunità rurali della provincia meridionale, quella gerarchizzazione con una diversa caratterizzazione nominale legata all'accesso differenziato alle terre signorili. Fra Tre e Quattrocento era emerso un gruppo di famiglie in grado di occupare lo spazio politico locale; un notabilato di medi proprietari terrieri nelle cui fila erano presenti notai e uomini inseriti di frequente nella gestione dell'università o nella piccola burocrazia signorile. Tra le famiglie che hanno maggiore visibilità nella documentazione sono i de Veneritis con un Angelo, attestato già nel 1360 come detentore di alcune terre culte e inculte ai confini con Taranto, di pertinenza del principe, un altro Angelo, notaio intorno alla metà del 400, e Antonio, esattore delle decime regie nel 1470; i Calocerio con Andrea, testis attestato nel 1360 come esperto nella controversia confinaria con Taranto per la definizione dei reciproci spazi di sfruttamento dell'incolto, Donato erario nel 1460 e Pietro, notaio nel 1470; Giovanni Vacca, sindaco nel 1459 e Antonio attestato come notaio nello stesso anno. Certamente non c'era quella partizione tra gentiluomini e popolari che invece nel 1463 è già esplicitata a Ostuni o a Mesagne, indice di un'articolazone sociale più marcata» (Prof.sa Carmela Massaro).
Elenco delle rendite del feudo di Ceglie, sottoscritto dalla feudataria Antonella Dentice
Informacione dele intrate del castello di ceglie, terra di madamma Antonella Dentice dela provicnia di Terra d'Otranto, so' queste, videlicet:
In primis la baglia fertile et infertile unce 8.
Item la università ey tenuta dare ogne anno a lo signore unce 2.
Item per una taberna ey tenuta la università al signore uncia 1.
Item de incense tarì 20.
Item de decime de li stabele che nce accade da vedere tarì 10.
Item sonce certe cesterne de acqua che volendose vendere se nde trovaria omne anno ducati 3 o 4, ma non se vendeno perché se teneno per uso del barone.
Item de vino bucte 3 piccole come queste napoletane.
Item de vectuagli fertile et infertile thomola 50, de la quale se nde hanno da deducere le spese de la coltivatura de la vigna et recoglitura de li victuagli.
Yo sopradicta Antonella Dentice iura la sopradicta informacione essere vera et ad fede me ho soctascripta manu propria.
Antonella Dentice manu propria.
Interessante notare i cognomi cegliesi tra fine '400 ed inizi '500, molti dei quali sopravvivono ancora oggi a distanza di secoli (Venerito e Calciuri erano attestati già dalla metà del Trecento): "VENERITO, VACCA, CALCIURI, BARLETTA, NICOLETTO, TROYLO, MATERA, URSO, NIGRO, SUMA, MONACO, LEPORALE, SCARAFILO, VITALE, SCATIGNA, ALTAVILLA, APRUZZESE, SANTORO, NANNAVECCHIA, GIOJA, BIONDI, COGNANO, MARCHESE, LIGORIO, NISI, ZACCARIA, ARCERI, CLAVICA, ROMA, BALSAMO, DE FREDA, FORTE, LUPO, ALLEGRETTI, DEL LAGO, GUARINO, DEMITRI, D'ELIA, CAVALLO, RUCCIA, COSTA, MARCHETTO".
La lista dei congomi l'ho formulata tenendo conto sia delle informazioni prodotte dalla prof.sa Massaro, sia dell'elenco dei sacerdoti del Capitolo cegliese della prima metà del '500 e sia di alcuni atti di Battesimo del 1525-1529 conservati nell'Archivio Capitolare dell'insigne Collegiata di Ceglie.
Per far piacere agli estimatori della nostra microstoria riporto il più antico atto di Battesimo.
die 8 de Octob. 1525
D. MICUS LEPORARIUS BAPTIZAVIT JERONIMUS FILIUS RENNAE NIGRO QUI SUSCEPIT DE SACRO FONTE MAXT. LAURENTIO COSTA DE SERRA NOVA FRANCISCO DE SERRA NOVA ET FERNIDANDUS DA SILVA
dg
7 commenti:
Grazie!
Mi accodo con i ringraziamenti e il link
Un lavoro certosino. Una lettura piacevole, una conferma d'appartenenza. Ciao!
Ciao DG.
Grazie, c'è sempre da imparare a leggere i tuoi post, mi interessa e mi appassiona molto leggere e apprendere la storia di Ceglie, che poi se vogliamo è anche la mia storia essendo il mio nonno paterno nativo di Ceglie.
Don Gianfranco il piacere di ritrovarci a scoprire giorno dopo giorno quanto siamo ricchi di storia, quindi di cultura, quindi di forza, mi rende orgoglioso e ancor più stimolato a sentirmi fiero di avere sulla mia carta di identità ... nato a Ceglie Messapica. Lo sai che questo piacere è praticamente scomparso per i nuovi nati? Mimmo Galetta
Se non ci fosse questo blog, avrei desistito. Ho scoperto un documento (anzi tre!) che fanno luce sulla titolarità della Madonna della Grotta.
Ciao DG, buona settimana.
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